Lo scalo marittimo di Catania ha grande rilevanza sia nei riguardi della navigazione turistica e crocieristica sia del traffico commerciale e passeggeri e rappresenta il naturale porto di riferimento per i collegamenti con il Nord – Africa e per i collegamenti ed i traffici marittimi nel mediterraneo.
Ad oggi, il porto è interessato da traffici commerciali di merci varie sfuse per complessive circa 5.847.702 t
e messe in container in collegamento con i porti mediterranei (Gioia Tauro, Malta, Ravenna).
In termini di sviluppo dei traffici commerciali marittimi e delle attività connesse col mare, rispetto all’anno 2012, si sono registrati incrementi di oltre il 21% con un numero di transiti stimato in circa 398.457 unità, e di navi da crociera pari a 103 unità.
A fronte del raggiungimento di traguardi di traffico insperati fino a qualche anno fa e di una domanda in continua espansione, lo scalo marittimo di Catania, malgrado goda di una serie di privilegi legati alla sua posizione geografica, alle potenzialità dell’entroterra ed al livello di efficienza raggiunto dagli operatori del settore, presenta insostenibili carenze che ne bloccano di fatto la crescita.
Da queste considerazioni parte la strategia di sviluppo delle potenzialità del porto di Catania, che vede l’intensificazione della vocazione “polifunzionale” e l’equilibrato sviluppo dei principali settori (commerciale, crocieristico, cantieristico, peschereccio e diportistico) come i due principali fattori di crescita dello scalo marittimo.
Lo sviluppo cercato non può prescindere, però, da un intervento di messa in sicurezza della diga foranea di levante mediante un intervento di consolidamento e ricarica della mantellata esterna. Infatti, soltanto dopo avere garantito la protezione e la salvaguardia dello specchio acqueo operativo interno si può passare alle rimanenti infrastrutturazioni necessarie per assecondare lo sviluppo del porto.